mercoledì 16 dicembre 2009

Maths, Physics and Engineerign sismulation of vibration phenomena...

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martedì 1 dicembre 2009


Il paradosso della conoscenza


Le economie moderne dipendono in misura sempre maggiore dall’uso delle conoscenze scientifiche e delle tecnologie di punta. E il ritmo del cambiamento si accelera. I dirigenti dell’Unione europea (UE) spinti dalla crescente preoccupazione per il ritardo dell’Europa, si sono impegnati a fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva del mondo entro il 2010.
Ma nel momento in cui l’Europa ha bisogno di più scienziati e ricercatori per spianare la strada alla crescita futura, un numero crescente di giovani si dirige altrove. “Ci troviamo attualmente in una situazione paradossale. Mentre la scienza e la tecnologia svolgono una funzione decisiva nell’economia globale attuale, i giovani si allontanano dalle discipline scientifiche”, ha osservato il commissario alla Ricerca Philippe Busquin. “Dobbiamo capire l’origine di questa tendenza e intervenire”.

mercoledì 9 settembre 2009

Tratto da "LIBERATION"

Silvio Berlusconi demande un million pour dix questions



Silvio Berlusconi se lance dans une guerre ouverte contre La Repubblica, l’un des rares grands médias transalpins qui échappe encore à son contrôle. Exigeant un million d’euros de dommages et intérêts, le chef du gouvernement italien attaque en diffamation le quotidien, jugeant «diffamatoires» les dix questions publiées tous les jours depuis juin sur les scandales entourant sa vie privée. «Pour la première fois dans l’histoire de l’information en Italie, les questions d’un journal se retrouvent devant un tribunal civil», s’indigne le journal de centre gauche.

Ces dix questions évoquent notamment les relations de Berlusconi avec la jeune Noemi Letizia, qui l’appelle «papounet», et sur les raisons de sa présence à Naples, en avril, pour son dix-huitième anniversaire. Le journal veut aussi savoir si le Cavaliere était au courant de la profession des jeunes femmes invitées dans sa résidence romaine, dont l’escort-girl Patrizia D’Addario. Il lui demande aussi d’assurer que ses «fréquentations n’ont pas compromis» la bonne marche des affaires d’Etat. Les avocats de Berlusconi affirment que ce questionnaire est «manifestement diffamatoire» car «les propositions formulées ne sont pas des questions mais des affirmations». La plainte vise aussi un article du correspondant du journal italien à Paris, qui reprenait des extraits du Nouvel Observateur.

Les leaders du Partito Democratico, la principale force de l’opposition, se sont aussitôt solidarisés avec le journal, dénonçant «une action inacceptable et inconsidérée». La Fédération nationale de la presse italienne s’est notamment indignée de «la tendance du président du Conseil à considérer l’information comme quelque chose qui dérange»
Salve a tutti..

Ho deciso di mettere su un blog per parlare di tutto e di tutti, e soprattutto riuscire a condividere con il maggior numero di persone possibili opinioni, pensieri e riflettere su quel che è e quel che sarà.

Questo è uno spazio aperto dove vorrei parlare di cultura, politica, scienza, criticando e osservando...

Allo stesso tempo vorrei esprimere una vista dell'Italia dall'esterno, dimostrandovi quanto siamo malvisti sotto certi aspetti e adorati sotto altri...
La svolta del "Compagno Fini" L'unità Mercoledi 9 settembre 2009

Il giorno dopo lo «scappellotto» assestato dal Giornale di Feltri, Gianfranco Fini va al contrattacco. E lo fa senza passare per la nuora: parla direttamente alla suocera. Aprendo
una fase nella quale, spiegano dalla parte dell’ex leader di An, nulla è più scontato: e quasi niente resterà come prima, a partire dal progetto del Pdl «sul quale questo passaggio inciderà più di quanto si immagini », fino al conteggio delle forze in campo per - al limite – trovare nuovi assetti.

Il tutto, ufficialmente, avviene attraverso un tagliente scambio di battute. La prima esce dalla bocca di Silvio Berlusconi: «Con Fini? Tutto a posto», assicura il premier. La seconda è fatta sapientemente trapelare dai collaboratori del presidente della Camera: «No, i problemi rimangono, ed è paradossale che il premier li neghi». Sono proprio queste parole a far uscire lo scontro dalle quiete sponde del copione consolidato. Già, perché altre volte Berlusconi – dopo l’attacco - si era intitolato anche la sua conclusione. E molte altre volte, con Fini, c’era stato gelo. Ma mai, dacché è nato il Pdl, l’ex leader di An si era azzardato a mettersi fuori dai ranghi in questo modo. Perché, secondo quanto spiega chi è in contatto con il presidente della Camera, Fini non intende né accettare il metodo, né il consiglio. Il sotteso de «i problemi rimangono», è: «Ce li hai anche tu, caro Silvio: perché io a queste condizioni non ci sto».

Tutt’altro che casuali, dunque, le parole di ieri. Tutt’altro che casuale la conferma che, domani , Fini parlerà alla scuola di Formazione di Gubbio, sancta sanctorum del berlusconismo. È là, fanno sapere i collaboratori, che Fini darà la sua «risposta». Ribadendo anzitutto, dicono i suoi, «la traccia coerente delle sue prese di posizione, dal congresso a oggi». Ma, al di là delle parole che userà, è quello su cui Fini sta ragionando in queste ore a «segnare il passo».

È piuttosto chiara infatti, ragionano i suoi, la somma di motivi che - consigliere Ghedini - ha spinto il Cavaliere a considerare un lusso la briglia sciolta data finora al presidente della Camera: l’attesa di un autunno di fuoco, a partire dalla tagliola del lodo Alfano, su cui la Consulta deciderà il 6 ottobre. Ma è chiaro che, aggiungono, dopo essersi limitato a «parlare delle leggi e delle istituzioni», «ingoiando cose come il decreto Alfano, e lo strapotere della Lega», Fini sia deciso a «non far passare anche il tentativo di ssimilazione». «Io sono il co-fondatore del Pdl, se non mi si lascia parlare si rimette in gioco tutto», avrebbe detto. Anche la compattezza del partito.

È per questa via che l’ex leader di An, in queste ore, sta cominciando a ragionare in concreto sulle forze su cui potrebbe contare in Parlamento. Lui hasempre parlato di «ottanta persone», altri tra i suoi sono meno ottimisti: «In ogni caso», dicono, «i finiani
invisibili sono ben di più di quelli che voi giornalisti segnalate». L’obiettivo, più o meno dichiarato, «quello di organizzare una corrente». Progetto che già c’era, ma «ora subisce una decisa accelerazione». L’altro corno della doppietta sulla quale si ragiona in queste ore è decisamente più ardito. L’ipotesi di lavorare a un progetto diverso da quello del Pdl, in attesa che Berlusconi cada - o al limite contribuendo alla sua uscita. In testa tra i possibili interlocutori ci sarebbero sia Casini che Montezemolo. Era con loro, fra l’altro, che nel 2007 Fini stava mettendo in piedi il progetto di Partito Azzurro, prima di tornare precipitosamente tra le braccia di Berlusconi. Comunque. Con il leader dell’Udc i contatti sono già in corso. Con il presidente della Ferrari, i buoni rapporti non sono mai venuti meno. «E la fetta più “liberale” della Chiesa starebbe con noi», ragionano i finiani.
«Poi ci sono gli imprenditori, i professionisti. Il patrimonio che viene da An. Farefuturo. L’organo di partito l’abbiamo già...». Insomma, per ora nessuno ci scommette. Ma la tentazione di uscire dai ranghi è davvero forte .